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venerdì 12 febbraio 2016

Recensione: Morte a Pemberley di P.D. James

Nutrivo grandi speranze su questo romanzo. Era uno dei pochi seguiti di "Orgoglio e Pregiudizio" del quale avessi sentito parlar bene. Lo ammetto, sono un po' prevenuta verso i seguiti, non amo che un altro scrittore si appropri di personaggi altrui e li faccia rivivere, specialmente se questi personaggi appartengono ai miei romanzi preferiti. Eppure, Morte a Pemberley mi attirava molto...
Autrice: P.D. James
Genere: Giallo storico
Pagine: 345
Prezzo: 12,00 / 6,99
Formato: Cartaceo / Ebook
Edito: Mondadori
Trama:
Inghilterra, 1803. Sono passati sei anni da quando Elizabeth e Darcy hanno iniziato la loro vita insieme nella splendida tenuta di Pemberley. Elizabeth è felice del suo ruolo di padrona di casa ed è madre di due bellissimi bambini. La sorella maggiore Jane, cui lei è legatissima, vive nelle vicinanze insieme al marito Charles, vecchio amico di Darcy, e il suo adorato padre, Mr Bennet, va spesso a farle visita. Ma in una fredda e piovosa serata d'ottobre, mentre fervono gli ultimi preparativi per il grande ballo d'autunno che si terrà il giorno successivo, l'universo tranquillo e ordinato di Pemberley viene scosso all'improvviso dalla comparsa di Lydia, la sorella minore di Elizabeth e Jane. In preda a una crisi isterica la giovane donna urla che suo marito, l'ambiguo e disonesto Wickham, non gradito a Pemberley per la sua condotta immorale, è appena stato ucciso proprio lì, nel bosco della tenuta. Di colpo, l'ombra pesante e cupa del delitto offusca l'eleganza e l'armonia di Pemberley, e i protagonisti si ritrovano loro malgrado coinvolti in una vicenda dai contorni drammatici.


Le prime pagine mostrano una Lizzie più matura, affaccendata padrona di Pemberly, intenta a preparare l'annuale ballo di Lady Anne, un'occasione mondana che attira le migliori famiglie del circondario. La serenità familiare viene però sconvolta dal brutale assassinio del capitano Denny, proprio nel bosco della tenuta, la vittima era in compagnia di due persone ben note ai Darcy e ai Bigley: Mr e Mrs Wickham.
Le ombre del passato offuscano ancora una volta Darcy, costretto ad assistere il disgraziato parente, pur certo della sua innocenza; anche Lizzie dovrà rimuginare sui propri sentimenti e cercare di mantenere le redini di una sorella allo sbando, un fantasma che annuncia sciagure e un nuovo amore che sembra scuotere il giovane cuore di Georgiana.
Questo romanzo non mi è piaciuto. Posso dirlo senza mezzi termini. Per carità, è formalmente impeccabile, stile eccellente, ma l'ho trovato manchevole nel ritmo narrativo.
Per le prime sessanta pagine non succede nulla. 
Le prime venti sono un riassunto di Orgoglio e Pregiudizio, ma da un'ottica esterna, di paesane pettegole sul come Lizzie abbia maliziosamente adocchiato e conquistato il ricco Darcy. Poi si passa a Lizzie, indaffarata coi preparativi per il ballo e a disagio per un duello di cuori tra due pretendenti di Georgiana. Per arrivare all'omicidio (siamo in un giallo, ricordiamolo!) ci vogliono sessanta pagine. Non è tanto questo il problema. 
Il problema è che le pagine seguenti sono completamente dedicate all'introspezione dei personaggi: Lizzie che tenta di capire cosa provasse per Wickham, Darcy che non si dà pace per essere parente di quello sventurato, mentre tenta di comprendere le misteriose azioni del Capitano Fitzwilliam. 
Tanti pensieri, poca azione. Ma quel che peggio è che tra visite alla prigione, visite di cortesia alla servitù, rimembranze varie, non vengono dati indizi per la risoluzione del caso.

In pratica, la verità su ciò che è accaduto viene spiattellata a trenta pagine dal finale, in una confessione scritta, a cui seguiranno vari dialoghi chiarificatori.
Ora, se io leggo un giallo voglio riuscire a cogliere indizi, voglio un percorso che mi porti alla scoperta del colpevole, voglio la tensione dell'indagine! Ma no, qui ci sono tanti dubbi, tanti pensieri e giusto un paio di ami da cogliere.

Sui personaggi ho opinioni contrastanti: Darcy è eccellente nel modo di esprimersi, sebbene sia descritto come un uomo piuttosto pavido e insicuro. Bingley, Jane, Lidia e i genitori Bennet compaiono per poche battute, ma sono assai ben gestiti.
Ma Lizzie è completamente fuori campo: una donna piatta, priva di sentimento, soprattutto priva dell'ironia che l'ha resa celebre. Ammette che non avrebbe sposato un uomo con meno soldi di Darcy, momenti di tenerezza verso il marito ben pochi, e ancor meno con i due bambini. Non c'è nulla della Lizzie austeniana. 
Charlotte Collins, il cui legame con Elizabeth non viene spezzato nel romanzo originale nemmeno dopo il suo sventurato matrimonio con l'insopportabile reverendo, diventa una donnetta invidiosa, addirittura vendicativa e, ovviamente, l'amicizia viene persa. Mentre viene quasi recuperata l'irrefrenabile Lady Catherine De Burgh.
L'uso di questi personaggi, soprattutto di Lizzie, mi ha francamente irritata e delusa.

Consiglierei questo romanzo solo a chi piaccia l'atmosfera dei romanzi da ottocento, con i suoi palazzi maestosi e la curiosa convivenza tra miseria e nobiltà. Ma se desiderate ritrovare la storia d'amore che vi ha fatti sospirare o semplicemente un buon giallo, purtroppo, non vi consiglio Morte a Pemberley.



4 commenti:

  1. Sono completamente d'accordo!
    Ho comprato e letto questo libro per lo stesso motivo per cui compro e leggo tutto quello che ha anche solo lontanamente a che fare con le meravigliose atmosfere austeniane, anche solo nel titolo, e purtroppo sono rimasta parecchio delusa. Non ho trovato niente di quello che cercavo, che mi aspettavo, che speravo tanto di trovare! L'unica nota positiva di questo libro è che mi ha spinto a rileggere immediatamente O&P e come al solito, anche se era l'ennesima volta, ho ritrovato il capolavoro insuperabile che tanto amo.

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    Risposte
    1. Sì, fa venir voglia di ritrovare i personaggi originali!
      Se ti piacciono le atmosfere Austeniane, la Jo March Agency ha pubblicato una sorta di guida di Austenland, in cui sono descritti i luoghi visitati dall'autrice e che le hanno ispirato alcuni dei suoi romanzi. Si intitola "Jane Austen, i luoghi e gli amici".
      Lo devo ancora leggere, ma credo che non mi deluderà!

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  2. Anch'io ho una certa remora nel leggere i seguiti di classici scritti da altri autori, infatti nonostante la curiosità li evito come la pesta. Un altro titolo da depennare. :)

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