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lunedì 12 giugno 2017

Recensione "Ho sempre voluto te" di Marta Savarino

Il romanzo di oggi, ebbene sì, è ancora un romance italiano. I protagonisti però, sono di quelli che piacciono a me: un uomo dal fascino nordico, una donna insicura ma che sa far tacere le proprie fragilità quando in ballo c'è qualcosa di davvero importante, l'amore.

Autrice: Marta Savarino
Genere: Romance
Pagine: 376
Formato: Ebook - 3,99
Cartaceo - 9,99
Edito: Amazon Publishing
Trama:

Esiste una donna che non si è mai innamorata del suo migliore amico?

Anna è oggi una giornalista molto attraente, in apparenza sicura di sé ma, nel suo intimo, fragile e imbranata, ed è la prova vivente che un uomo e una donna non possono essere amici. Neanche in un romanzo. Specialmente se il migliore amico in questione è un danese, alto uno e novanta, biondo e con il fisico da nuotatore.
Aksel e Anna sono cresciuti insieme e la timida ragazza, da sempre innamorata dell’amico, a diciott’anni si dichiara. Ma Aksel le rivela una verità scomoda e inaspettata. È gay.
I due si separano: il giovane va in Danimarca e la ragazza rimane a Torino. Passano quattordici anni e un giorno la sorte li fa incontrare di nuovo. Anna si è trasformata da brutto anatroccolo in cigno e anche Aksel è un giornalista, di successo e dal fascino ancora più marcato rispetto all’adolescenza. Ma nasconde un segreto, una realtà difficile da condividere anche con la sua migliore amica della giovinezza.
E quando l’amore non trova strade facili, quale miglior aiuto può arrivare se non la solidarietà femminile?
Elisabetta e la giovane Victoria, appartenenti a due generazioni diverse, trameranno insieme perché l’amore trionfi. E dopo svariati ostacoli, bugie e segreti, la romantica Copenaghen innevata farà da sfondo a un finale a sorpresa. Perché, come dice Anna, “l’importante, dopotutto, è il finale”.

Recensione:

Anna e Aksel sono sempre stati insieme, da quel primo giorno che segnò l'arrivo di Aksel nel palazzo e nella vita di Anna. Due bambini simili, con solitudini diverse: lei non va d'accordo con le sorelle, lui ha lasciato la terra natia per colpa del divorzio dei genitori.
Crescono con la convinzione che nulla potrà dividerli, perché vivere separati sarebbe vivere a metà, impossibile. La vita, però, si diverte a scombinare le carte, a far diventare Anna un'adolescente insicura e rotondetta e Aksel un giovane meraviglioso ma avventato, con quella sconsideratezza di chi non è del tutto cresciuto malgrado stia diventando uomo. L'amore, tra due così, trova un terreno impervio, non riesce a sbocciare.
E succede, che due così, si separino, si allontanino fino a non trovarsi più.

Col tempo Anna perde i chili di troppo ma non l'incertezza di fondo, che la fa soffrire ancora per un matrimonio finito male, per la nuova solitudine che le fa compagnia, in una casa troppo piccola, in una redazione caotica.
Proprio sul lavoro, in una sala riunioni gremita, il passato tornerà a far capolino, con le sembianze d'un uomo affascinante, ancora con gli occhi azzurri e la pelle lattea dei nordici, ma con i capelli più corti, il volto più vissuto.
Anna e Aksel, di nuovo.
Fianco a fianco, ma divisi da anni di silenzi, da bugie antiche e nuove reticenze.

*
Ormai è ufficiale, amo i romanzi rosa contemporanei di Marta Savarino. Dopo "Parigi, amori e altri disastri", che ho letto nella prima edizione, "Ho sempre voluto te" ha eguagliato, anzi superato, la magnifica impressione che mi sono fatta di questa autrice. Trovo cresciuta la sua capacità di approfondire i personaggi, soprattutto quelli maschili, mentre vedo confermata l'empatia che si riesce a creare con le protagoniste femminili.

Anna è una protagonista molto "reale", come se ne trovano poche nella narrativa rosa italiana. Non eccessivamente imbranata, non troppo paradossale, insomma realistica nella sua fragilità. Una donna comune segnata da un'adolescenza di quelle zoppicanti, dove la Anna concreta non era la Anna desiderata, così lontana dal modello sofisticato che aveva in testa.
Il modello giusto per piacere ad Aksel, oltre che a se stessa.
La delusione per l'abbandono, per il divario tra le due versioni di sé, la spinge a reagire, a cambiare, ma quel rifiuto, quel non sentirsi abbastanza, rimangono sottopelle, malgrado lei maturi, si fortifichi. Anna diventa una donna ironica, orgogliosa, comunque capace di riconoscere l'amore (dopo una piccola spinta). Ho trovato queste sfaccettature particolarmente interessanti, perché consentono alle lettrici di identificarsi nei lati necessariamente forti e inesorabilmente deboli della protagonista.

Se già adoravo i personaggi femminili della Savarino, il protagonista maschile è stato una sorpresa. In "Parigi, amori e altri disastri" il lui di turno restava in ombra, ma Aksel non corre questo rischio.
Oltre a essere bello da tramortire (come la maggior parte degli eroi romantici), è un personaggio caratterizzato da un evoluzione a tutto tondo nel corso del romanzo. Da ragazzo innamorato della persona sbagliata, a giovane carico di responsabilità in un mondo che sembra rovesciarsi intorno a lui. Ed è forse in questo momento che Aksel dimostra al tempo stesso un'assurda superficialità e un'enorme maturità, in un istante in cui vergogna per se stesso e amore per la nuova vita che verrà al mondo si fondono. Aksel affronta un imprevisto chiamato Victoria con immensa dolcezza, senza lamentarsi troppo della fatica, di un'esistenza radicalmente mutata.
Insomma, non potrà lasciare indifferenti le lettrici (soprattutto dopo la massa di bad boy piuttosto discutibili a cui un certo filone del romance ci ha abituate).

Se la virile dolcezza di Aksel verso la figlia è l'elemento che più mi ha conquistata, il tratto saliente del romanzo è però il legame tra Aksel e Anna. Una simbiosi duratura, profonda, che viene bruscamente interrotta. Un legame reciso in grado di non perdere le radici e continuare a resistere sottopelle. Anche durante la sua assenza Aksel continua a esserci per Anna, nelle foto che si rifiuta di togliere, nei ricordi che l'assalgono all'improvviso. Una costanza d'affetto che mi ha intenerita molto e mi ha fatta tifare per l'amore tra i protagonisti.

Ho trovato piacevole anche il ritmo narrativo, in cui passato e presente erano spesso alternati, anche se qualche scena rischiava di essere ripetitiva. Qualche lettore potrebbe storcere il naso davanti al cambio di punto di vista (soprattutto per i personaggi minori, come Cinzia e Victoria) ma l'ho trovata una scelta ragionevole una volta arrivata alla fine del romanzo.

Allora che aspettate a leggerlo? Lo trovate Amazon :)

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